La forza del sogno e la semplicità dell’eleganza, il fascino senza tempo del modernismo architettonico brasiliano ieri e oggi

Quando l’architettura è espressione umana, quando rappresenta un sentire interiore, quando disegna una visione poetica del mondo nel quale viviamo, questa disciplina diventa l’arte capace di dare forma allo spazio e alla vita di chi lo abita.

Autore: Gaia De Santis
Illustrazioni: Maurizio Faleschini

Tag: Storie, Ispirazioni

Ritratto di Oscar Ribeiro de Almeida de Niemeyer Soares, comunemente conosciuto come Oscar Niemeyer, il grande architetto di Rio de Janeiro, che ha progettato alcuni tra i più celebri edifici modernisti del ventesimo secolo.

L’architettura modernista brasiliana ci ricorda quanto sia importante sognare, guardare in alto e cercare la luce tra i vuoti e i pieni di forme aeree, che rendono la prospettiva infinita. Oscar Niemeyer, giovane collaboratore di Lucio Costa e Le Corbusier agli inizi e riconosciuto maestro assoluto del modernismo brasiliano a livello internazionale dagli anni ’50, vincitore del premio Pritzker, il Nobel dell’architettura, nel 1988, del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1996 e del Praemium Imperiale per l’architettura nel 2004, coltivò fino alla fine della sua longeva carriera una grande ricerca architettonica legata alle radici della sua terra, il Brasile, elaborando una sorta di lirismo architettonico rappresentato da forme nuove, dallo stile quasi scultoreo, a ricreare la fluidità della natura e la sua più spettacolare identità.

Corte Suprema Federale del Brasile a Brasilia, Oscar Niemeyer

Niemeyer diceva che “L’angolo retto, oppure la linea retta, dura, inflessibile inventata dall’uomo, non mi attraggono. Mi attrae la curva libera, sensuale. La curva che vedo nei monti del mio Paese, nei meandri dei fiumi, nelle onde del mare, nel corpo femminile che amo. Sono le curve a fare l’universo.” Quello modernista è un concetto architettonico nuovo, morbido, inebriante, che insegue l’origine delle cose, delle forme e del loro manifestarsi all’uomo, che non può che trarne ispirazione. Sintesi di questa visione, tra i tanti celebri lavori di Niemeyer, è il progetto della nuova capitale del Brasile, Brasilia, che raccoglie alcuni dei più grandi capolavori dell’architetto brasiliano, costruiti con il sodalizio di Costa, Roberto Burble Marx per lo studio del verde, Joaquim Tenreiro e Martin Eisler per il design personalizzato di molti degli arredi. Joaquim Tenreiro, portoghese di nascita ma brasiliano d’adozione, considerato il padre del design modernista brasiliano, incentra la progettazione dei propri mobili sull’eccellenza della tradizione manifatturiera brasiliana, dedicando particolare cura all’utilizzo delle essenze del legno, materia molto amata da Tenreiro, figlio di artigiani falegnami, scultore e pittore, artista di grande intesa nella concezione dei moderni progetti d’arredo di Niemeyer negli anni ’50. Martin Eisler, architetto viennese scappato dall’Europa nazista, trova in America Latina l’entusiasmo, la dinamicità e l’energia che gli permettono di esprimere un concetto di creatività innovativo, ispirato e complice dei principi modernisti di Niemeyer e di un fervore culturale che esprimeva attraverso il design meraviglia per la vita, relazione con l’altro, amore per l’ambiente, in una sintonia intellettuale tra le più fortunate della storia dell’architettura. Secondo le parole di Niemeyer, riferite al lavoro del proprio studio, “L’architettura che noi proponiamo è invenzione. Noi non ci limitiamo a gestire lo spazio solamente come possibilità per creare forme funzionali. Io dico che l’architettura è invenzione, è una macchina finalizzata a creare sorpresa. […] La nostra architettura si sta avvicinando al campo delle arti, alla pittura e alla scultura: questo vuol dire che riusciamo ancora a fare progetti che creano sorpresa, che esprimono meraviglia e che, sempre, sono stupefacenti. […] La base di un’opera d’arte sono l’emozione e la sorpresa che essa genera. Vorremmo, attraverso l’architettura, ottenere lo stesso effetto.”

Ministero degli Esteri del Brasile a Brasilia, Oscar Niemeyer

Le opere visionarie e i pezzi del design brasiliano celebri ancora oggi, come le sedute Costela e Reversível di Eisler, riedite da Tacchini Italia Forniture, rappresentano esempi senza tempo di una filosofia dell’architettura, che nell’edificio come nel mobile, ha fotografato il fervore intelligente e poetico di uomini che si confrontavano nel pensare e nel fare con ingegno, per offrire nuove prospettive e nuove soluzioni all’occhio e alla mente. Un insegnamento ereditato oggi da architetti contemporanei come Marcio Kogan, membro onorario dell’American Institute of Architects, rappresentante del Brasile alla Biennale di Venezia del 2012 e vincitore di oltre duecento premi nazionali e internazionali, al quale si ispira l’allestimento Tacchini Italia Forniture per il Salone Internazionale del Mobile di Milano 2019, e da designer attualmente ai vertici del settore come Zanini de Zanine, figlio dell’architetto e designer José Zanine Caldas, che firma l’inedita seduta Lagoa di Tacchini Italia al Salone 2019, e Giorgio Bonaguro, designer italo-brasiliano che trae ispirazione nella sua ultima collezione di tavolini Joaquim dalle opere di Joaquim Tenreiro, rendendo omaggio al principio di leggerezza che il designer modernista teorizzava fondamentale nella produzione dei mobili moderni brasiliani, non intesa come peso fisico, ma come grazia e funzionalità dell’oggetto nello spazio.

Oggi come ieri, la creatività di architetti e designer brasiliani progetta per comunicare il valore dell’immaginazione, la forza del sogno, al di là della semplice funzione. La sensualità delle linee morbide, curve, naturali e il dialogo con la natura e l’ambiente fuori da noi, nei materiali, nelle forme, nell’armonia progettuale che guarda sempre al tutto e mai al singolo elemento. Marcio Kogan, grato agli insegnamenti modernisti di Niemeyer e di Lina Bo Bardi, crede ne “l’idea di migliorare e cambiare le cose con semplicità, gentilezza ed eleganza”. L’eleganza diventa un principio nella sua visione. Forse perché nel suo manifestarsi più sincero è la rappresentazione perfetta di una naturale bellezza, quella intrinseca alla semplicità. Oscar Niemeyer, brillantemente all’opera fino alla morte nel 2012 prossimo ai 105 anni, nel suo studio, un attico all’ultimo piano di un palazzo affacciato sulla spiaggia di Copacabana, nella sala principale, costruita come una lunga onda attorno a una vetrata continua affacciata sull’orizzonte, fece mettere al centro un pianoforte a coda, che veniva suonato durante le pause culturali dello studio. Nel suo studio era consuetudine anche organizzare incontri regolari per tutti con un professore, per parlare di filosofia e cosmo, ed editare una rivista di architettura dedicata ai giovani. Concepire architettura e design come cultura significa porli al servizio della vita, dell’uomo e della sua esistenza nel mondo, per renderla il più autentica, intensa e bella possibile,  perché, come ha detto lo stesso Niemeyer, “La vita è più importante dell’architettura.”

Cultura del progetto, cultura della bellezza. I valori per i quali si impegna ogni giorno anche il Savoir-faire di Tacchini Italia Forniture. Citando il verso di uno storico pezzo di Gilberto Gil, celebre musicista, cantante ed ex Ministro della Cultura del Brasile: “Louvando o que bem merece”.

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