Lorenzo Bini firma il progetto per Tacchini al Salone

Concepito come un ambiente domestico e monumentale al tempo stesso, sia per la generosità dei suoi spazi che per l’eleganza dei suoi semplici ma raffinati dettagli, lo stand di Tacchini al Salone del Mobile, progettato da Lorenzo Bini dello studio Binocle, accompagna il visitatore in una sequenza di stanze diverse per dimensioni e proporzioni, una serie di ambienti conclusi e protetti che rimangono tuttavia in continua comunicazione reciproca e verso l’esterno. Imprescindibile riferimento è una residenza iconica e paradigmatica come Casa de Serralves di José Marques da Silva (1925-1944), scelta anche per gli scatti della nuova scenografica campagna del marchio.“Questo tipo di spazi ci sono sembrati incredibilmente attuali perché costituiscono l’ambiente ideale all’interno del quale organizzare gli elementi d’arredo, come se la casa di oggi – liberata dalla presenza fisica di oggetti seriali, come i libri o i dischi, la cui presenza non è più necessaria – ritrovasse il senso più profondo dell’architettura e diventasse proprio per questo il palcoscenico ideale per allestire elementi d’arredo unici e pieni di carattere come quelli di Tacchini.”

“Questo tipo di spazi ci sono sembrati incredibilmente attuali perché costituiscono l’ambiente ideale all’interno del quale organizzare gli elementi d’arredo, come se la casa di oggi – liberata dalla presenza fisica di oggetti seriali, come i libri o i dischi, la cui presenza non è più necessaria – ritrovasse il senso più profondo dell’architettura e diventasse proprio per questo il palcoscenico ideale per allestire elementi d’arredo unici e pieni di carattere come quelli di Tacchini.”

L’elemento d’arredo più importante presentato da Tacchini al Salone del Mobile di quest’anno è Le Mura di Mario Bellini. Lo studio ha quindi individuato nella sua struttura modulare e ripetitiva una delle caratteristiche fondamentali del sistema Le Mura e scelto di trasferire questo principio nell’installazione, sia organizzando la struttura dello stand e la sequenza dei suoi ambienti a partire da una griglia ortogonale regolare, sia definendo un modulo tridimensionale – un grande ideale mattone – ripetuto su tutte le superfici interne ed esterne come un motivo decorativo geometrico, il pattern tipico della costruzione in muratura che conferisce significato e scala alle superfici.

“Partendo dal sistema di sedute di Bellini, dalla sua presenza fisica e dal suo nome, abbiamo cominciato a ragionare sulla possibilità di disegnare uno stand che sembrasse un piccolo edificio contraddistinto da una struttura spaziale e da un motivo decorativo superficiale che alludessero – ancora una volta al netto di un contesto e di un proposito completamente diversi – ad un immaginario di castelli, rocche e fortificazioni.”