Design Classics

I maestri sono quelle figure carismatiche, capaci di insegnare e trasmettere un’arte: attraverso il proprio agire diretto, ma anche nel lascito delle loro opere stesse. Nel design, i maestri parlano attraverso i classici: progetti senza tempo e fuori da qualsiasi logica di mode e tendenze, ma talmente potenti da determinare naturalmente uno stile. Tacchini ha riservato alcune stanze del suo abitare ai classici e ai maestri che li hanno disegnati, in un percorso di riedizioni che sfida e insegna alla contemporaneità.

Tacchini Design Classics (.pdf)

Mario Bellini

Mario Bellini è nato nel 1935 e si è laureato nel 1959 al Politecnico di Milano. Vive e lavora a Milano. Le sue attività spaziano dall’architettura e dal design urbano all’arredamento e al design industriale. La sua fama di designer risale al 1963. Internazionalmente riconosciuto come architetto e designer, è vincitore tra gli altri di 8 Compasso d’Oro e prestigiosi premi di architettura tra cui la Medaglia d’Oro conferitagli dal Presidente della Repubblica Italiana. Nel 2011 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro conferito ai cittadini più prestigiosi del Comune di Milano. Ha tenuto conferenze nei maggiori centri di cultura del mondo ed è stato redattore di Domus. Le sue opere si trovano nelle Collezioni dei maggiori Musei d’Arte. Il MoMA di New York, che gli ha dedicato una mostra personale, ha 25 sue opere nella sua Collezione Permanente di Design. Ha tenuto innumerevoli mostre a suo nome in Italia e all’estero.

Tacchini prosegue il suo percorso di riscoperta e valorizzazione dei grandi classici del design, progetti estranei a qualsiasi logica di mode e tendenze e riporta in scena un prodotto intramontabile, il cui disegno originale fu firmato da Mario Bellini nel 1972: il divano modulare Le Mura. Le Mura è uno di quei divani che ha saputo contemporaneamente farsi simbolo di un’epoca e allo stesso tempo trascenderla. La forza del progetto, ispirato alle cinte murarie dell’antichità, conserva tutta la modernità di un segno fortemente personale unito a un pensiero razionale e di grande versatilità. Gli elementi di seduta sono infatti modulari e permettono mille combinazioni, adattabili a spazi e ambienti differenti. In occasione dei cinquant’anni, Tacchini riedita quest’icona del design nel rispetto dell’originale, esaltandone le caratteristiche di resistenza e comfort grazie a nuovi materiali e a rivestimenti in grado di esaltarne la statuaria bellezza.

Le Mura

Tobia Scarpa

Il tema della sedia diventa un’occasione per raccontare e reinterpretare la storia, andando a cercare nelle ultime decadi del Novecento, momenti di istantanea iconicità di Tobia Scarpa. La sedia Pigreco è il primo prodotto disegnato da Tobia Scarpa, ideata nel 1959 quale progetto di laurea al termine del percorso di studi in architettura, presso l’Università di Venezia. La seduta è il frutto delle prime intuizioni giovanili del designer che ambiva a realizzare un oggetto che fosse in grado di trasmettere un “senso di spazio”, rappresentando in un prodotto il concetto di dinamicità. Le sedie Dialogo e Sempronia, ci insegnano come la definizione di “classico” si accompagna a uno status di perenne “contemporaneità”.

“Dopo tanti anni la guardo e [..] a me, personalmente, non cambia nulla. A mio parere non sento il bisogno di esprimere se ci sia un “migliore” o un “peggiore”, per me è sempre la stessa sedia” — Tobia Scarpa

Dialogo
Pigreco
Sempronia

Achille Castiglioni

L’eroe del design italiano, Achille Castiglioni, assieme ai suoi fratelli Pier Giacomo e Livio, ha saputo trovare l’ironia e la bellezza nella semplicità della vita di tutti i giorni. Dai più banali interruttori elettrici ai progetti più iconici del design moderno, i fratelli Castiglioni hanno trasformato la loro incontrollabile curiosità in una serie di artefatti senza tempo.

Tacchini propone la riedizione di due famosi pezzi di Achille Castiglioni, realizzati all’interno di un più ampio progetto dedicato alla riproduzione dei classici del design moderno.

Babela, disegnata nel 1958 assieme al fratello Pier Giacomo, e Sancarlo, che vede luce per la prima volta nel 1970, riassumono lo spirito dell’epoca unendo la sperimentazione formale all’innovazione tecnica. Per Babela, una sedia impilabile disegnata in origine per la Camera di commercio di Milano, Achille e Pier Giacomo Castiglioni immaginano una torre fatta di sedute, facilmente trasportabili e impilabili, caratterizzata da un design lineare e archetipico, reso interessante da una particolare interazione tra materiali, texture visive ed effetti tattili. Sancarlo, dall’altro lato, gioca con forme organiche e tondeggianti per costruire una seduta flessibile e adattabile alle esigenze del corpo umano.

Babela
Sancarlo

Gianfranco Frattini

Gianfranco Frattini fa parte di quell’abile generazione di architetti e designer che hanno segnato il movimento del design italiano del secolo scorso. I progetti di Frattini vantano un’eleganza formale che comunica con chiarezza e semplicità le idee e le riflessioni che hanno portato alla loro creazione. Collaboratore di Giò Ponti all’inizio della carriera, Gianfranco Frattini svilupperà nel corso degli anni un personale e sintomatico approccio alla progettazione guidato da un’attenta ricerca formale e strutturale.

Agnese e Sesann condividono la stessa anima progettuale, declinata in due diverse configurazioni visive. Agnese, disegnata nel 1956 nello studio in via Sant’Agnese a Milano, nasce dall’idea di proporre l’archetipo della poltrona informale, caratterizzata da una seduta imbottita – geometrica ed essenziale – supportata da una base in legno classica e lineare. Sesann, dall’altro lato, presenta una forma organica e informale, realizzata avvolgendo una struttura in tubolare di metallo attorno a una morbida seduta imbottita.

Proposta da Tacchini con una fedeltà filologica all’originale ed una realizzazione accurata in ogni dettaglio, accompagnata da un pouf coordinato, sempre su progetto originale di Gianfranco Frattini, la poltrona Agnese vuole essere solo l’inizio di un completo progetto di riscoperta dello stile di un grande designer e di un’intera atmosfera d’arredo.

Agnese

Rispettando il pensiero di Gianfranco Frattini, la nuova riedizione di Sesann è stata realizzata mantenendo intatto lo spirito del prodotto. Caratterizzato da un rivestimento in tessuto o pelle, Sesann deve la sua tipica forma, soffice ed avvolgente, allo scheletro schiumato a freddo, contenuto da una struttura architettonica in tubolare di acciaio (cromato o verniciato), che poggia sui piedini in legno di frassino. La particolare configurazione di Sesann – allo stesso tempo formale e funzionale – costituisce le basi per un sistema di prodotti caratterizzati dagli stessi elementi strutturali, declinati, però, in oggetti unici e affascinanti. Questo approccio di sintesi e riduzione proposto da Frattini ha prodotto un design formalmente elegante, concettualmente elaborato e, soprattutto, irripetibile.

Sesann

Riedizione di un progetto originale di Gianfranco Frattini risalente al 1957, ma ancora attuale nelle forme e nello spirito, la poltrona Giulia fa rivivere nello spazio contemporaneo una sensazione senza tempo di bellezza, comfort ed armonia. Impeccabile la realizzazione, come nella tradizione Tacchini, dalla scelta dei materiali per la scocca dalle forme avvolgenti, alla base in legno di frassino tinto noce scuro o grigio, di sapore artigianale. 

Giulia

Disegnato da Gianfranco Frattini nel 1957 e prodotto a partire dall’anno successivo, il divano 872 ha riscosso negli anni un grandissimo successo. Essenziale ed elegante, è caratterizzato da una struttura leggera in acciaio con piedini terminali in legno e dall’imbottitura capitonné di seduta e schienale, un dettaglio di grande sapienza artigianale.

Oliver

Lina è la riedizione di uno dei primi progetti disegnati da Gianfranco Frattini, uno dei grandi maestri del design italiano. Segnalata nel 1955 per il Compasso d’oro, la poltrona è caratterizzata da una struttura in legno molto particolare che le conferisce un aspetto solido eppure leggero. Merito delle gambe sottili e dell’elemento in multistrato curvato, che sorregge il fianco dello schienale e diventa al contempo ala d’appoggio dei braccioli. Una lavorazione molto innovativa per l’epoca, eseguita oggi con attenzione filologica. Poltrona di grande presenza, per il suo stile senza tempo Lina si abbina con naturalezza a tutti divani della collezione Tacchini, sia in ambienti domestici che in aree contract.

Gastone Rinaldi

Rotondità e comfort. Tradizione e innovazione. Sono le parole d’ordine di Orsola, un progetto del 1970 di Gastone Rinaldi, riproposto oggi nel rispetto dello spirito originario ma con un’imbottitura di ultima generazione che, sostenuta dalla struttura arrotondata in metallo cromato, gli dona un aspetto ancora più soffice e rilassante. La confezione del divano e delle poltrone è realizzata artigianalmente da maestri tappezzieri, come cinquant’anni fa, ma rivisitata seguendo uno stile contemporaneo.

Orsola
Orsola Armchair

Carlo De Carli

Nato a Milano, Carlo De Carli (1910-1999) si laurea nel 1934 in Architettura presso il Politecnico di Milano, lavora per un anno nello studio di Gio Ponti, cui nel 1962 succede nella cattedra di Architettura degli Interni, Arredamento e Decorazione. Curatore della X e XI Triennale di Milano è Preside della Facoltà di Architettura nel 1965-1968. Dal 1967 al 1971 dirige la rivista ‘Interni’. Progetto, ricerca, didattica e promozione sono gli ambiti di azione del suo lavoro svolto in una sostanziale unità di pensiero attento alla persona e all’ambito sociale e produttivo in cui opera.

Per De Carli non esiste un diverso atteggiamento fra il progetto di una casa o di una sedia: “Ho l’amore per qualsiasi forma di architettura purché sia studiata, sperimentata, e sia essenziale (…) anche i mobili… ne ho disegnati molti… cercano solo la misura: non cercano alcun effetto… soprattutto la misura che trova relazione con lo spazio della casa, con il senso dell’albero” (Creatività, 1973). Il primo importante edificio è del 1949, la Casa per uffici e abitazioni in via dei Giardini a Milano, nel cui seminterrato pochi anni dopo realizza il Teatro Sant’Erasmo. Negli anni ’50 e ’60 sono costruite alcune delle sue opere principali, come il complesso scolastico e religioso dell’Opera Don Calabria a Cimiano (Milano), l’Ospedale di Negrar a Verona e le chiese di Sant’Ildefonso e di San Gerolamo Emiliani a Milano. Parallelamente, progetta numerosi elementi d’arredo che entrano in produzione con Cassina (la Sedia Mod. 683 vince nel 1954 il primo Compasso d’Oro), con Tecno (la Poltroncina Balestra è Gran Premio della XI Triennale) e poi con Sormani, Longhi, Cinova e altre aziende artigiane. Con il giornale “il mobile italiano” (1957-1960) promuove il rinnovo dei centri produttivi tradizionali del mobile e l’incontro fra la cultura internazionale del design, i giovani architetti e gli artigiani locali.

Importante novità delle collezioni 2019, una riedizione prestigiosa, che Tacchini annuncia con entusiasmo. Il divano Sella di Carlo De Carli. Testimone del concetto di “spazio primario” della filosofia di De Carli, ovvero dello “spazio di relazione”, principi che trovano conferma nella visione della funzione d’arredo e della progettualità di interni secondo Tacchini, Sella è ispirato all’omonima poltrona disegnata nel 1966 dal celebre architetto italiano.

Il divano si presenta come un arredo di grande eleganza, realizzato con materiali di assoluto pregio: legno di noce a vista, dettagli in elegante metallo cromato finitura nera lucido e cinghie di supporto dello schienale in raffinato cuoio. Le cuscinature sono in piuma e i rivestimenti possono essere in pelle, tessuto o velluto. La sua linea morbida e generosa è estremamente raffinata ed è progettata per regalare un comfort straordinario, dedicato a un tempo lento, che riconcilia con se stessi e con gli altri, nella dimensione di uno spazio di relazione più intimo e privato.

Sella

Martin Eisler

Nato a Vienna nel 1913, figlio del famoso storico dell’arte Max Eisler, uno dei fondatori dell’Austrian Werkbund, Martin Eisler studia a Vienna come allievo dei noti architetti Oskar Strnad e Clemens Holzmeister. Nel 1938 si trasferisce a Buenos Aires, dove tiene subito la sua prima mostra di disegni e arredi presso la Galleria Mueller, che diventerà il futuro Salone delle Belle Arti nel 1940, presso il Palais de Glace. Nel 1945 fonda, insieme ad Arnold Hackel, Interieur, azienda che vende mobili e oggetti progettati dal duo, iniziando così la sua carriera di designer, che lo porterà anche in Brasile, dove nel 1955 si associa a Carlo Hauner della compagnia Moveis Artesanais, diventando Direttore Artistico della società Forma, a San Paolo.

Costela rappresenta la sintesi della natura di un progetto creativo. L’idea portante, dalla quale parte tutto, la bellissima struttura in legno a fasce arrotondate in un ideale abbraccio che accoglie sia nella seduta che nello schienale, e il completamento funzionale ed estetico del dettaglio, i grandi cuscini da appoggiare orizzontalmente e verticalmente, a garanzia di un comfort completo e dallo stile estremamente naturale nella loro posizione quasi casuale. La parte portante è facilmente smontabile e riciclabile, caratteristica in linea con la fondamentale tendenza e necessità contemporanee di produrre arredi che considerino i principi di sostenibilità e durata nel tempo. La possibilità di poter giocare con i rivestimenti tessili rende poi Costela non solo un pezzo dalla storia inconfondibile, ma anche un arredo di rinnovata e irresistibile tendenza.

Costela

Dinamica, flessibile, la riedizione di Reversível propone un doppio comfort grazie alla seduta posizionabile in due modi, per utilizzare la poltrona da seduti con schiena eretta, o in modo più rilassato in una posizione semi-sdraiata, trasversale allo schienale. La semplicità e la naturalezza del movimento ne fanno sembrare ovvia la funzionalità, che costituisce in realtà una intuizione assolutamente all’avanguardia oggi come ieri. Una seduta informale, dalle linee caratteristiche, con struttura in metallo e rivestimenti tessili che ne completano l’originalità. Reversível testimonia la morbidezza e la sensualità del design brasiliano anni ’50, combinazione di tradizione e creatività, tra artigianato popolare e visionaria innovazione.

Reversível

1939 — 2022

Oggi, mezzo secolo dopo la loro creazione, i progetti realizzati da questi grandi maestri del passato continuano a rendere viva l’anima della linea italiana attraverso una serie di riedizioni realizzate da Tacchini. Babela e Sancarlo dei fratelli Castiglioni, Agnese, Giulia, Lina, Oliver e Sesann di Gianfranco Frattini, Sella di Carlo De Carli, Costela e Reversível di Martin Eisler, Orsola di Gastone Rinaldi, Pigreco di Tobia Scarpa, rappresentano il frutto di una meticolosa e visionaria collaborazione tra progettisti, artigiani e produttori, ripresa da Tacchini con la volontà di preservare e comunicare gli ideali che hanno guidato la loro creazione. Mantenendo l’integrità dei progetti originali, Tacchini ha adattato i disegni dei designer alla produzione odierna, trasportando la cultura del design dal passato alla contemporaneità.

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